mercoledì 31 dicembre 2008

Shards of 2008ness



Mia nonna e il teorema di Ascoli-Arzela'

Cena birraia allo Zidor

WSG fa cagare

Gary :°(

Paris c'est toujours Paris

Cure-oso!

Elect the Dead in tour!

Eroe o Idiota?

Bicocca! :O

~ El Cumbanchero ~

Valzer in Fa maggiore OWNED!

Angelina "Labbra a canotto" Jolie

Scopa!

Miopia FU!!!!!

Beethoven ne sapeva a pacchi

Rissa in treno :O

Yes, we can!

Rubik... e' tutto un cubo di Rubik...

Felice 2009 a tutti ;)

venerdì 19 dicembre 2008

This is the life

Oh the wind whistles down
The cold dark street tonight
And the people they were dancing to the music vibe
And the boys chase the girls with the curls in their hair
While the shy tormented youth sit way over there
And the songs they get louder
Each one better than before

And you're singing the songs
Thinking this is the life
And you wake up in the morning and your head feels twice the size
Where you gonna go? Where you gonna go?
Where you gonna sleep tonight?


So your heading down the road in your taxi for four
And you're waiting outside Jimmy's front door
But nobody's in and nobody's home 'til four
So you're sitting there with nothing to do
Talking about Robert Riger and his motley crew
And where you're gonna go and where you're gonna sleep tonight

And you're singing the songs
Thinking this is the life
And you wake up in the morning and your head feels twice the size
Where you gonna go? Where you gonna go?
Where you gonna sleep tonight?


Amy Macdonald - 2007

lunedì 15 dicembre 2008

E' tutto un cubo di Rubik

A good puzzle it's a fair thing. Nobody is lying, it's very clear, and the problem depends just on you.
--Erno Rubik


E' tutto un cubo di Rubik. E' la mia frase su Facebook ed una mia saggia amica ha anche replicato subito "quanto hai ragione!"

Gia' l'aveva sottolineato l'ale sul un post sul suo blog, riprendendo il pensiero trovato in giro per la rete, ma questo weekend mi ha dato una conferma grossa.

La prima riflessione porterebbe a dire che sei davanti a questo maledetto cubo, la cui soluzione piu' semplice sarebbe di distruggerlo e rimontarlo da zero, ma non si fa, non e' nelle regole.
Allora ti ci sbatti, ci ragioni e, con fatica, riesci a rimettere in sesto un lato.
Oh, un lato e' finito! Ti senti soddisfatto e padrone dell'universo.
Finche' non guardi il resto del cubo e ti accorgi che e' una porcheria.
Che ti sei sbattuto su un lato ed hai mandato a putt donne di facili costumi tutto il resto.

Ma si va avanti.

Si comincia a chiedere. A confrontarsi. Ad andare per tentativi e vedere che risultati arrivano.
E ti accorgi che se vuoi fare in modo che la tua faccia risolta voglia dire qualcosa, non puoi ignorare tutto quello che c'e' intorno.
E che se consideri tutto quello che c'e' intorno, il passo dopo viene quasi da solo, perche' si incasella tutto in ordine, e risolvi due strati su tre.
Gia', due su tre.
Perche' poi c'e' l'ultimo strato.
Quello che non vuole saperne di rimettersi a posto da solo.
Quello che... si vabbe', ma come faccio a rimetterlo a posto? Mi tocca andare a toccare il resto!
E se mi si scombina il resto? E' da rifare da capo!

Si arriva li.

O ti butti e rischi di vedere quello che hai costruito finora andare a quel paese, oppure rimani li con il tuo cubo incompleto, dicendo "beh, due strati su tre, niente male!", perfettamente conscio del fatto che cosi' com'e' fa cagare, e' li che urla "finiscimi, bastardo!" e stai facendo orecchie da mercante.

Finche' non lo si piglia in mano e si ricomincia.

All'inizio con prudenza.

Poi ti butti. Si sminchia, tocca rifare alcuni pezzi ma oramai quelli sono il meno, non li consideri nemmeno un problema, diventano una perturbazione passeggera che rimetti a posto in un battito di ciglia, insisti, smontando e ricostruendo con una confidenza che ti fa capire che non stai nemmeno smontando, sai come rimetterli a posto, stai riordinando.

Ed arrivi agli ultimi due drammatici cubetti.
Tutto a posto.
Tranne loro due.
Eccheccazzo!
La tentazione di appoggiarlo con i due cubetti in basso, rivolti verso il muro e' alta. Non lo noterebbe nessuno.
A meno che qualcuno non lo prenda in mano.
Ed un cubo di Rubik, prima o poi, qualcuno che lo prende in mano salta fuori.

Siamo arrivati fin qui. Ti fermi agli ultimi due?
E via, a smontare e rimontare in un modo che, a vederlo da fuori, sembra un demolire tutto quello che e' stato fatto, un mettere casino, una demolizione totale dell'ordine che si e' creato.
Poi sono 4 mosse.
Clac.
Clac.
Clac.
Clac.
Ed e' fatta!


...e adesso?
E adesso che l'hai finito resta li, a simbolo del fatto che ci sei riuscito, hai vinto, stop, non ce n'e' per nessuno, out!

Si, certo, come no. Mai finito un cubo di Rubik, vero?

Una volta che l'hai finito lo smonti e lo rimonti, e vedi che hai capito davvero come manovrarlo, come agire, come fargli fare quello che vuoi.

E ti accorgi che risolverlo come vorrebbe la gente normale e' il meno. E' quasi noioso.

Una volta che hai capito davvero cosa ci si puo' fare, scopri la tua soluzione, disegnata sul cubo, che fa capire che non l'hai risolto, ma ne hai il controllo e sai, finalmente, cosa fare.

martedì 9 dicembre 2008

Tempi!

Your time is running out!
/

Come Vazruden sottolineava, e' un periodaccio di tempo agli sgoccioli.

Prove su prove per i concerti di sabato 13 e sabato 20, pianoforte, ado... c'e' poco tempo di rilassarsi, figuriamoci di bloggare :D

Almeno almeno ho recuperato il Blue Skies della Fizgerald ;)

martedì 2 dicembre 2008

Leggere ed ascoltare

The Inheritance Cycle was initially planned to be a trilogy. In an October 2007 press release, Paolini revealed that the third book would have been so large that it would need to be published in two volumes
--Wikipedia, dalla voce "Brisingr"
Un Re non regna a lungo se non sa apprezzare il valore del silenzio
--Re Orrin, da "Brisingr"
Il giovane autore di Eragon ed Eldest, purtroppo, fa elargire preziosi consigli ai suoi personaggi ma e' il primo a non ascoltarli.

Se vi e' piaciuto Eragon, se avete apprezzato Eldest potrei cinsigliarvi di leggere Brisingr. Ma di leggerlo. Non di comprarlo. L'autore ha detto che c'era troppa roba da scrivere. In realta' e' terribilmente pieno di scene tirate, inutili, vuote, messe li per allungar la zuppa.

La mia sensazione e' che ci sia il meccanismo "quattro libri portano piu' introiti di tre!".

Peccato, la storia si poteva sviluppare bene :S

Ma tralasciamo le storie tirate per i capelli.
Passiamo a qualcosa di decisamente piu' godibile.

Side by Side e' un album in cui compaiono due piccoli mostri della musica. Senza definire il loro stile, vincolarli allo stile che hanno scelto e' tremendamente limitativo, stiamo parlando di due geni, ad ampio respiro.

Oscar Peterson, canadese, ci ha lasciato lo scorso anno: il "Maraja della tastiera" per la nobilta' jazz, "OP" per gli amici, e' stato uno dei piu' grandi pianisti di tutti i tempi. Il suo virtuosismo e' storico e riconoscibilissimo, dal taglio affollato, quasi a far traboccare le battute dalla miriade di suoni che riusciva ad esprimere.

Itzhak Perlman, israeliano, esecutore della colonna sonora di Schindler's List e di Memorie di una Geisha, musicista dal suono moderno ma con una visione classica molto marcata, capace di spaziare nei piu' disparati ambiti il cui la sua carriera lo ha condotto, dalla musica piu' classica alla musica klemzer e, ovviamente, al jazz

Side by Side e' un album del '94, i due spaziano reinterpretando in un'alternanza di assoli di pianoforte e violino i maggiori successi jazz di tutti i tempi come "Blue Skies" dell'indimenticabile Ella Fitzgerald (con cui peraltro lo stesso Peterson aveva duettato, anni prima) e "Georgia on my Mind" (chi ha detto Ray Charles?) affiancate ad opere di taglio piu' classico come Mack the Knife.
L'opera, oltre ad essere godibile anche da chi non ha mai ascoltato jazz in tutta la sua vita, e'... e'... e' eccezionale, non c'e' niente da commentare :°D